Affitta con il Canone Concordato e massimizza il rendimento del tuo immobile approfittando degli sgravi fiscali.
Riduci le tasse fino al 70% e garantisci un reddito sicuro.
Fiscalità agevolata
I vantaggi fiscali del Canone Concordato
Approfitta delle agevolazioni fiscali previste per i contratti a canone concordato e ottimizza il rendimento del tuo immobile.
Aliquota dal 21% al 10%
Con la cedolare secca sui canoni concordati, l'aliquota si riduce dal 21% al 10%.
Riduzione dell'IRPEF del 30%
Con tassazione ordinaria, il reddito imponibile IRPEF viene ridotto del 30%.
Imposta di registro ridotta al 70%
Con tassazione ordinaria, l'imponibile dell'imposta di registro è il 70% del canone.
Abbattimento dell'aliquota IMU e TASI
Riduzioni significative sulle imposte locali per immobili locati a canone concordato.

Guida completa
Cos'è e come funziona il Canone Concordato
Il Canone Concordato si riferisce ad un contratto di locazione stipulato secondo gli accordi siglati a livello locale dalle Associazioni di categoria più rappresentative, sia dei Proprietari che degli inquilini.
Il canone concordato può essere applicato ai contratti di:
1Locazione Transitoria a canone concordato (con durata da 1 a 18 mesi)
2Contratto per Studenti Universitari (con durata da 6 a 36 mesi)
3Locazioni Agevolate con durata 3/4/5/6 anni + rinnovo 2 anni

Aspetti legali
Certificazione del contratto a Canone Concordato
La Certificazione del Contratto di Locazione è obbligatoria per i contratti a canone concordato nei comuni con accordi territoriali
Domande frequenti
Domande frequenti sul Canone Concordato
Risposte alle domande più comuni sul canone concordato e sui suoi vantaggi per i proprietari
Cosa fare se non c'è un Accordo Territoriale?
In assenza di un Accordo Territoriale:
- Nei comuni in cui le Associazioni di Categoria non sono state convocate, si applicano le fasce e i criteri stabiliti dagli Accordi precedentemente sottoscritti.
- Nei comuni in cui non è mai stato raggiunto un Accordo, si fa riferimento all'Accordo vigente nel comune demograficamente omogeneo più vicino.
Quando conviene il canone concordato?
Il canone concordato risulta vantaggioso rispetto al canone libero nella maggior parte dei casi e dei comuni italiani. I benefici fiscali associati a questa tipologia di contratto compensano ampiamente l'eventuale minor introito rispetto a un canone libero.
Ad esempio, un proprietario che affitta un immobile a Roma con un contratto a canone libero per €800, applicando la cedolare secca al 21%, avrebbe un'imposizione fiscale più elevata rispetto a un contratto a canone concordato a €700, con una cedolare secca ridotta al 10%. Il risparmio fiscale ottenuto con il canone concordato supera la differenza di incasso tra le due opzioni, rendendolo una scelta più conveniente.
Dove si applica il canone concordato?
Un Contratto a Canone Concordato può essere stipulato nei Comuni con un Accordo Territoriale. In assenza di un accordo recente, si applicano quelli previgenti; se mai sottoscritti, si fa riferimento al Comune demograficamente omogeneo più vicino, anche in un’altra Regione.
Verifiche per la convenienza del Canone Concordato
1. Numero di abitanti – Nei Comuni con meno di 10.000 abitanti, è possibile stipulare un contratto transitorio a canone libero con giustificato motivo o un 4+4
2. Cedolare Secca – L’aliquota ridotta al 10% si applica solo nei capoluoghi, nei Comuni confinanti e in quelli ad alta tensione abitativa. Anche senza cedolare, si possono ottenere sconti IMU, ma la certificazione nei Comuni a bassa densità può essere complessa, riducendo i vantaggi economici.
Quanto costa l’asseverazione?
Il costo dell'Attestazione varia in base al Comune in cui si trova l'immobile, poiché ogni Associazione che ha sottoscritto l'Accordo Territoriale applica un listino prezzi differente. Ad esempio, a Roma il costo per la Certificazione va dai 55€ ai 75€, esclusi la tessera associativa e altri servizi aggiuntivi, con una media complessiva di circa 130€-180€.
Differenza tra canone libero e canone concordato
Con la stipula di un Contratto a canone libero si può definire liberamente l’importo del canone di locazione, in caso di Contratto a canone concordato invece il canone mensile deve sottostare alla fascia minimi-massimo presente all’interno dell’Accordo Territoriale di riferimento.
E' necessario rifare la Certificazione per un nuovo Contratto a Canone Concordato?
La Legge 4 agosto 2022, n. 122, che converte il decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, stabilisce che "la Certificazione per i Contratti a Canone Concordato è valida per tutti i contratti di locazione stipulati successivamente al suo rilascio, aventi lo stesso contenuto, fino a eventuali modifiche delle caratteristiche dell’immobile o dell’Accordo Territoriale".
In caso di stipula di un nuovo contratto con un modello diverso (es. da Contratto Transitorio a Contratto 3+2), è necessario richiedere una nuova certificazione. Se, invece, si mantiene lo stesso modello ma cambia il Conduttore (es. un Contratto 3+2 stipulato con Mario Rossi al posto di Giuseppe Verdi), è consigliabile richiedere comunque una nuova Certificazione, poiché potrebbero esserci modifiche nelle pattuizioni tra le parti (es. cambio nella disponibilità di un "posto auto") e nel contenuto del Contratto.
La Certificazione viene rilasciata dall'Associazione di categoria, che, dopo aver verificato la correttezza del calcolo e del Contratto, si assume la responsabilità del rilascio. Senza questa verifica, il Locatore si assume la piena responsabilità in caso di controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate.
C'è un tetto massimo alla richiesta delle spese nel Contratto?
Non c’è un tetto impostato da normativa ma le spese sono tutte a conguaglio. Alcune associazioni se vedono che le spese sono troppo alte, ovvero sproporzionate, rispetto al canone (es: 500€ di canone e 400€ di spese), potrebbero non certificare il contratto.
Va sempre quindi inserita una cifra mensile di spese condominiali che corrisponde all’ultimo consuntivo, calcolato sull’anno precedente.
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